Viterbo

Questo posto è Luoghi religiosi, Ville
STORIA BREVE
Viterbo (Vetèrbe in dialetto viterbese[4][5]) è un comune italiano di 66 012 abitanti[1] capoluogo dell’omonima provincia nel Lazio settentrionale, nota anche come Tuscia viterbese.
Di antiche origini etrusche, presenta un vasto centro storico medievale, con il quartiere di San Pellegrino ben conservato, e cinto da mura quasi perfettamente integre. Viterbo è conosciuta come la città dei Papi: alla fine del XIII secolo fu infatti sede pontificia e per 24 anni il Palazzo Papale ospitò e vide eleggere diversi pontefici. È celebre come città termale e vi ha sede l’Università degli Studi della Tuscia.
Fonte: Wikipedia
Villa Lante
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Villa Lante a Bagnaia, frazione di Viterbo è, assieme a Bomarzo, uno dei più famosi giardini italiani a sorpresa manieristici del XVI secolo.
Pur in mancanza di documentazione contemporanea, l’ideazione della villa è attribuita a Jacopo Barozzi da Vignola.
La costruzione cominciò nel 1511,[1] ma fu portata a termine intorno al 1566 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. L’incontro tra il Cardinale Gambara ed il Vignola é avvenuto quando l’architetto stava lavorando al Palazzo Farnese di Caprarola.
Oggi la villa è conosciuta come “Villa Lante”. Tuttavia non acquisì questo nome se non quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere, I duca di Bomarzo, ovvero quando la costruzione aveva già 100 anni di vita.
Nel 2011 è stata votata “Parco più bello d’Italia”.[2] Nel 2014 le viene dedicata una moneta commemorativa in argento dal valore nominale di 5 euro, inserita nella serie “Ville e giardini d’Italia”.
Fonte: Wikipedia
Macchina di Santa Rosa
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La Macchina di Santa Rosa è il baldacchino trionfale che innalza al di sopra dei tetti di Viterbo la statua di Santa Rosa, patrona della città.
Essa assume oggi la forma di una torre illuminata da fiaccole e luci elettriche, realizzata in metalli leggeri e in materiali moderni quali la vetroresina (che hanno sostituito da diversi anni il ferro, il legno e la cartapesta); è alta circa trenta metri, pesante cinquantuno quintali (5.100 kg), e sempre culmina con la statua della Santa. La sera del 3 settembre di ogni anno, a Viterbo, la macchina viene sollevata e portata in processione a spalle da un centinaio di uomini detti “Facchini di Santa Rosa” lungo un percorso di poco più di un chilometro articolato tra le vie, talvolta molto strette, e le piazze del centro cittadino, immerse in un suggestivo buio nel quale solo la Macchina risplende sfarzosamente illuminata.
Il trasporto, scandito dal grido di devoto entusiasmo “Evviva Santa Rosa”, rievoca simbolicamente la traslazione della salma di Santa Rosa, avvenuta a Viterbo nel 1258 per disposizione di Papa Alessandro IV, dalla Chiesa di Santa Maria in Poggio (detta della Crocetta) alla chiesa di Santa Maria delle Rose (oggi Santuario di Santa Rosa). La festa rientra nella Rete delle grandi macchine a spalla italiane,[1] dal 2013 inserita nel Patrimonio orale e immateriale dell’umanità dell’UNESCO.
Fonte: Wikipedia
Palazzo dei Papi
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Il Palazzo dei Papi – chiamato comunemente Palazzo Papale[1] – di Viterbo è, insieme al Duomo, il più importante monumento storico della città. Esso fu eretto nella forma attuale ampliando il palazzo sede della Curia vescovile della città allorché papa Alessandro IV (1199 circa – 1261, papa dal 1254), a causa dell’ostilità del popolo e dei nobili romani capitanati dal senatore Brancaleone degli Andalò, trasferì la sede della Curia pontificia nel 1257 a Viterbo. L’ampliamento fu disposto e curato dal Capitano del Popolo Raniero Gatti, appartenente ad un’influente famiglia cittadina. Egli fece costruire tra l’altro, con il consenso di papa Clemente IV, una grande sala per le udienze nota oggi con il nome di “Aula (o Sala) del Conclave” per il fatto di aver ospitato il primo e più lungo conclave della storia, cioè quello del 1268-1271, durato 1006 giorni.
Notevole anche la “Loggia delle benedizioni” (più nota come “Loggia dei Papi”), dall’architettura elegante ed armoniosa, eretta nel 1267 per volontà del Capitano del Popolo Andrea Gatti, durante il pontificato dello stesso papa Clemente IV, che amò tanto la città di Viterbo, e dai viterbesi fu ricambiato di pari amore, tanto che, alla sua morte, ne richiesero a gran voce la beatificazione.
La caduta di parte di un’ala del palazzo, da poco costruita ed avvenuta l’11 maggio 1277, ferì mortalmente papa Giovanni XXI. La visita del Palazzo è possibile rivolgendosi presso il Museo del Colle del Duomo di Viterbo.
Fonte: Wikipedia
Quartiere San Pellegrino
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Il quartiere San Pellegrino è un quartiere del centro storico della città di Viterbo, situato sul percorso della via Francigena. L’asse principale inizia da Piazza san Carluccio e continua lungo via San Pellegrino fino alla piazza centrale su cui confluiscono vicoli laterali e su cui si affacciano l’omonima piccola chiesa e il palazzo degli Alessandri.
La zona cittadina aveva caratteristiche residenziali e conserva torri e palazzi duecenteschi, spesso dotati di profferlo, che mantengono il loro aspetto medievale. Alcuni edifici sono andati distrutti durante le lotte per il potere tra le famiglie viterbesi, tra cui il palazzo Gatti, di cui rimane solo una piccola porzione in via Cardinal La Fontaine, mentre il palazzo degli Alessandri venne salvato soltanto grazie all’intervento di papa Innocenzo IV. Questo palazzo presenta la particolarità di avere un profferlo interno, cioè all’interno del perimetro dell’edificio e con un parapetto all’altezza dell’entrata, visibile dalla piazza.
Fonte: Wikipedia