Vignanello

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STORIA BREVE
Vignanello è un comune italiano di 4 261 abitanti della provincia di Viterbo nel Lazio.
Non si hanno prove certe e chiare circa lo sviluppo che ebbe il centro abitato con l’avvento dell’epoca romana, tuttavia la leggenda narrata dai versi di tal Giuseppe Manini, giunto a Vignanello alla fine del 1800, suggerisce che nel 410 d.C., a seguito della funesta discesa lungo la penisola italica di Alarico I al comando dei Visigoti, le genti in fuga dal sacco di Roma si rifugiarono nel territorio aspro e impervio dei Colli Cimini, addentrandosi nei folti boschi. Di lì sembrerebbe essersi concentrato un vicus tra i fossi Zangola e della Cupa, ove la comunità trovò sostentamento nella presenza di selvaggina e di numerose fonti d’acqua. È a quest’epoca che potrebbe risalire l’origine del nome Vignanello. Difatti, secondo la medesima leggenda, il maggior esponente del vicus potrebbe essere stato un tale di nome Giuliano, di lì il primo appellativo di Giulianello, il quale subì diverse evoluzioni fino a divenire Uignanello ed infine Vignanello (toponimo forse ispirato anche dalle vigne coltivate all’intorno).[6]
Fonte: Wikipedia
Castello Ruspoli
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Il castello Ruspoli[1] è un’opera architettonica situata nel comune di Vignanello nella Provincia di Viterbo.
Nel 1531 papa Clemente VII concesse Vignanello in feudo a Beatrice Farnese. La figlia di questa, Ottavia, sposò Sforza Marescotti, ed il Farnese papa Paolo III confermò il feudo e lo elevò a contea. Il castello venne costruito attorno al 1574 come sede per la famiglia titolare. Nel XVII secolo vennero creati i giardini di stile rinascimentale ad opera di Ottavia Orsini che aveva sposato un membro della famiglia. I giardini ancora oggi presenti sono uno dei migliori esempi in Italia di giardino all’italiana di stile rinascimentale. Al loro interno si trova anche un labirinto.[2] Il castello conserva al pian terreno una cappella dedicata a Santa Giacinta Marescotti, membro della famiglia Ruspoli che venne canonizzata da papa Pio VII nel 1807.
La famiglia Ruspoli, influente nella nobiltà nera della Santa Sede, utilizzò largamente questo feudo che venne implementato per merito di Francesco Maria Marescotti Ruspoli, I principe di Cerveteri e VI conte di Vignanello. Ancora oggi la struttura è di proprietà della famiglia Ruspoli come residenza privata, mentre il restante è aperto al pubblico e disponibile per eventi.[3]
Fonte: Wikipedia