Ventotene

Questo posto è Luoghi storici, Mare
STORIA BREVE
Ventotène (pron. /ventoˈtɛne/[5]; Vientutènë in dialetto locale[6]) è un comune italiano di 713 abitanti[2] della provincia di Latina, il comune più meridionale del Lazio.
Nel 2021 ha ottenuto il Marchio del patrimonio europeo.[7]
Le prime tracce della presenza umana sull’isola risalgono al tardo neolitico quando l’isola diventò un punto di passaggio e di sosta sulle prime navi che solcavano il Tirreno.
Denominata dai greci Pandoteira e successivamente dai romani Pandataria, Ventotene cominciò a essere abitata solo quando l’imperatore Augusto decise di costruirvi, sopra l’attuale Punta Eolo, una sontuosa villa per le vacanze che comprendeva anche un porto, piscine termali, cisterne per l’acqua piovana, acquedotti, peschiere.
Fonte: Wikipedia
Isola di Ventotene
+ 300 recensioni su tripadvisor
Ventotene è un’isola del Mar Tirreno, situata al largo della costa al confine tra Lazio e Campania. L’isola ha origini vulcaniche, e fa geograficamente parte dell’arcipelago ponziano. Rappresenta la parte terminale di un vulcano sommerso che si eleva da un fondale marino profondo 700 metri[1].
Divenne famosa perché fu il luogo in cui prima, nel 2 a.C., Augusto esiliò la figlia Giulia, cui si accompagnò volontariamente la madre Scribonia[2] (resti di villa Giulia a Punta Eolo), poi l’imperatore Tiberio esiliò la nipote Agrippina nel 29 d.C.[3], che si lasciò morire di fame sull’isola nel 33 d.C.[4], e più tardi, nel 62 d.C., l’imperatore Nerone esiliò la prima moglie Ottavia, dopo averla ripudiata con il pretesto di non avergli dato figli, ma in realtà per l’odio che egli provava per lei in quanto figlia di Claudio e beneamata dal popolo[5].
Del periodo romano a Ventotene sono rimaste diverse rovine di ville e acquedotti, il porto antico e le peschiere modellate nelle rocce vulcaniche di tufo.
Fonte: Wikipedia
Carcere di Santo Stefano
+ 100 recensioni su tripadvisor
Il carcere di Santo Stefano è una struttura penitenziaria in disuso, costruita nel 1795 sull’isola di Santo Stefano (sita nell’arcipelago delle Isole Ponziane e amministrativamente compresa nel comune italiano di Ventotene).
È stato uno dei primissimi edifici carcerari al mondo ad essere costruiti secondo i principi del Panopticon, enunciati dal filosofo inglese Jeremy Bentham. È inoltre famoso per essere stato per alcune settimane il centro dell’autoproclamata Repubblica di Santo Stefano.
l progetto di costruzione del carcere, e la sua realizzazione, sono dovuti al maggiore del Genio Antonio Winspeare[1], incaricato da Ferdinando I delle Due Sicilie di installare sull’isola un penitenziario che servisse a separare fortemente i detenuti dal resto della società.[2] Winspeare si valse della collaborazione dell’architetto Francesco Carpi, il quale si rifece, per l’esecuzione del lavoro, ai principi illuministici propugnati dal filosofo inglese Jeremy Bentham, secondo il quale “nei tentativi di recupero dei detenuti. … era possibile ottenere il dominio di una mente sopra un’altra mente… tramite una adeguata struttura architettonica”.[3]
Fonte: Wikipedia