Terracina

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STORIA BREVE
Terracina è un comune italiano di 44 742 abitanti[1] della provincia di Latina nel Lazio.
L’Acropoli di Terracina, fu il luogo da cui, come racconta Omero, Ulisse salì per guardarsi intorno, osservando il contorno dell’isola Eea (attuale promontorio del Circeo). Se storia e la leggenda combaciassero, allora sul Pisco Montano avrebbero dovuto esserci le attrezzature della nave di Ulisse, messe in deposito, in attesa della ripartenza dell’eroe per Itaca[senza fonte]. Altre ipotesi identificherebbero Terracina nella città di Lamo, un florido centro abitato dai Lestrigoni, nel cui porto sarebbe approdato Ulisse[5].
“Bello e ampio n’è il porto; eccelsi scogli Cerchianlo d’ogni parte, e tra due punte, Che sporgon fuori e ad incontrar si vanno, S’apre un’angusta bocca…”
L’identificazione con la città di Lamo deriverebbe dalla descrizione che Strabone fa di Terracina, caratterizzata dall’asprezza de’ montuosi scogli, a quale è sovrapposta[6].
Fonte: Wikipedia
Tempio di Giove Anxur
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Il tempio di Giove Anxur è un tempio romano costruito su un’imponente sostruzione del I secolo a.C. sul monte Sant’Angelo, nella città di Terracina, in provincia di Latina.
Il monte Sant’Angelo, noto anche come monte Giove (per i Romani mons Neptunius, 227 m s.l.m.) costituisce l’ultima propaggine dei monti Ausoni, che giunge fino al mar Tirreno, chiudendo a sud la pianura pontina.
Sulle sue pendici meridionali era sorto il centro ausonio di Terracina, poi volsco con il nome di Anxur e conquistato definitivamente dai Romani alla fine del V secolo a.C.. Nel 329 a.C. la città divenne colonia romana e nel 312 a.C. il monte fu aggirato alle spalle dal tracciato della nuova via Appia, tra Roma e Capua. A quest’epoca risalgono i primi terrazzamenti in opera poligonale, per l’erezione di un primo santuario, probabilmente legato al culto oracolare e forse non comprendente un tempio.
Fonte: Wikipedia
Duomo di Terracina
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La concattedrale di San Cesareo è il principale luogo di culto cattolico di Terracina, concattedrale della diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno.[1]
La cattedrale venne edificata tra V e VI secolo utilizzando ciò che restava di un antico tempio romano a cinque navate del foro cittadino; venne dedicata a san Cesario, diacono e martire a Terracina nel II secolo.[2] L’edificio subì diversi interventi e restauri, tra cui quello dell’XI secolo (con la consacrazione al patrono della città san Cesareo del 1074), quello del XIII secolo e soprattutto il restauro settecentesco, che ridusse la chiesa da cinque a tre navate con la costruzione di cappelle laterali e la copertura a botte del soffitto al posto delle capriate romaniche.
Fonte: Wikipedia
Campo Soriano
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Campo Soriano è un’area naturale nei comuni di Terracina e Sonnino, in provincia di Latina, compresa nel Parco Naturale Regionale dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi. È stato il primo monumento naturale del Lazio ad essere istituito, era il 1985. Ubicato a una quota di 360 metri circa sul livello del mare, è un fondovalle carsico racchiuso tra Monte Romano (la cima più alta), Monte Pannozzo, Monte Pecorone e Monte Cavallo Bianco.
Il monumento naturale di Campo Soriano venne istituito con la legge regionale nº56 del 27 aprile del 1985, grazie all’intervento di locali, ambientalisti e politici che vollero salvaguardare le meraviglie carsiche all’epoca preda delle attività estrattive per la raccolta della “breccia marron”, pregiato materiale per pavimentazioni allora di moda. Nel 2002 è divenuto operativo il centro visite del monumento naturale dove sono ubicati attualmente lo show-room e la foresteria. L’area è stata annessa nel Parco naturale regionale dei monti Ausoni e del lago di Fondi con la legge regionale nº 21 del 2008, che ha abrogato la legge istitutiva del Monumento naturale.[1]
Ponte fra l’entroterra e il mare, storico terminale di transumanza e frontiera tra i due comuni di Terracina e di Sonnino, l’area protetta di Campo Soriano si estende per 974 ettari in una vasta conca carsica dei monti Ausoni, compresa tra Monte Romano (864m) e Monte Cavallo Bianco, di grande pregio geologico e paesaggistico. All’interno della legge regionale nº56 del 1985 si legge la definizione di Monumento Naturale: “per Monumento naturale si intendono habitat o ambienti di limitata estensione, esemplari vetusti di piante, formazioni geologiche o paleontologiche che presentano caratteristiche di rilevante interesse naturalistico o scientifico”. Tra gli elementi geologici più interessanti spiccano gli hum, una peculiarità di Campo Soriano, dei monoliti carsici più o meno isolati, che emergono dal terreno e che, con l’incessante corrosione dell’acqua meteoritica, si sono modellati nel tempo: delle vere e proprie sculture della natura.
Come detto in precedenza, il terreno carsico non permette che le acque meteoriche si trattengano sulla superficie poiché il suolo è fessurato e tendenzialmente arido. Tuttavia, l’unica eccezione sono i cosiddetti “acquari”, tecnicamente chiamati fosse carsiche. Si tratta di cisterne naturali tipiche del fondovalle di Campo Soriano, e furono sfruttati, come si può immaginare, come riserve d’acqua per l’abbeveraggio del bestiame (si noti il piccolo “scifo”), l’irrigazione delle coltivazioni, e, non molto tempo fa, venivano usati dalle donne del posto per il lavaggio e il trattamento del lino. La roccia calcarea è perfettamente impermeabile, dunque, se l’acqua non riesce a trovare delle fessure per poi allargarne le pareti, le “acquare” trattengono le piogge meteoriche. Importante notare le concrezioni carsiche che cingono solitamente queste conche, che creano dunque un habitat ben favorevole alle varie specie animali quali piccoli mammiferi, uccelli, anfibi e soprattutto sono dimora dei tritoni italici e crestati (Triturus italicus e triturus carnifex).
Fonte: Wikipedia