Tarquinia

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STORIA BREVE
Tarquinia è un comune italiano di 15 984 abitanti[1] della provincia di Viterbo nel Lazio.
La città di Tarquinia (Tarquinii in latino e Tarch(u)na in etrusco, derivante dal nome del mitico Tarconte[4]) fu uno dei più antichi e importanti insediamenti della dodecapoli etrusca[5]. In rapporto con Roma fin da epoca molto antica, diede a questa città la dinastia dei re Etruschi[6] (Tarquinio Prisco,[6] Servio Tullio e Tarquinio il Superbo) che svolse un ruolo di primaria importanza nella storia della città latina (fine del VII e VI secolo a.C.).
Tarquinia entrò più volte in guerra con Roma e da questa fu infine sottomessa dopo la battaglia di Sentino, nel 295 a.C. Da allora Tarquinia fece parte dei territori romani nella regio VII Etruria. Sul suo litorale si sviluppò la colonia marittima di Gravisca, che fino alla fondazione di Centumcellae (oggi Civitavecchia) da parte dell’imperatore Traiano nel II secolo dopo Cristo, rappresentò il principale porto dell’Etruria meridionale, abbandonato in seguito alle scorrerie dei corsari saraceni in epoca altomedievale.
Fonte: Wikipedia
Necropoli di Tarquinia
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A Tarquinia, un elemento di eccezionale interesse archeologico è costituito dalle vaste necropoli, in particolare la necropoli dei Monterozzi, che racchiudono un gran numero di tombe a tumulo con camere scavate nella roccia, nelle quali è conservata una straordinaria serie di affreschi, che rappresentano il più cospicuo nucleo pittorico a noi giunto di arte etrusca e al tempo stesso il più ampio documento di tutta la pittura antica prima dell’età imperiale romana. Le camere funerarie, modellate sugli interni delle abitazioni, presentano le pareti decorate a fresco su un leggero strato di intonaco, con scene di carattere magico–religioso raffiguranti banchetti funebri, danzatori, suonatori di aulós, giocoleria, paesaggi, in cui è impresso un movimento animato e armonioso, ritratto con colori intensi e vivaci. Dopo il V secolo a.C. figure di demoni e divinità si affiancano agli episodi di commiato, nell’accentuarsi del mostruoso e del patetico.
Tra i sepolcri più interessanti si annoverano le tombe che vengono denominate del Guerriero, della Caccia e della Pesca, delle leonesse, degli Auguri, dei Giocolieri, dei Leopardi, dei Festoni, del Barone, dell’Orco e degli Scudi. Parte degli affreschi, staccati da alcune tombe allo scopo di preservarli (tomba delle Bighe, del Triclinio, del Letto Funebre e della Nave), sono custoditi nel Museo nazionale Tarquiniense; altri sono visibili direttamente sulla parete su cui furono realizzati, restituendoci la conoscenza della scomparsa pittura greca, cui sono legati da vincoli di affinità e dipendenza.
Il sito archeologico dal 1995 è un sito di importanza comunitaria.[1] Le necropoli fanno parte del gruppo di necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia, dichiarato patrimonio dell’umanità UNESCO dal 2004.[2]
Fonte: Wikipedia
Museo archeologico nazionale di Tarquinia
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Il Museo archeologico nazionale di Tarquinia (o anche tarquiniense) è un ente museale specializzato del Lazio settentrionale, dedicato principalmente all’arte e alla civiltà etrusca. È ospitato all’interno del Palazzo Vitelleschi, in Piazza Cavour, nel centro storico della città medievale.
Le collezioni comprendono, oltre a ben documentati reperti romani ed etruschi, ricostruzioni di tombe, ripristino degli affreschi originali di tombe trasferiti dalla necropoli dei Monterozzi, compresi quelli provenienti dalla tomba della Nave, dalla tomba del triclinio, dalla tomba della biga, dalla tomba dei Leopardi, dalla tomba delle Olimpiadi; personaggi famosi come quelli illustrati dal tema del Sarcofago dell’Obeso. È uno dei musei più importanti dedicati al mondo etrusco.
Fonte: Wikipedia
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Strada Comunale delle Grottelle di Pan di Spille Località Marina velca, 01016, Tarquinia Italia
Tel. +39 0766 812258