Nettuno

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STORIA BREVE
Nettuno è un comune italiano di 47 641[2] abitanti della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio.
Nettuno affonda le proprie radici nell’antica Antium[6], rappresentandone l’erede naturale. Antium venne fondata da genti di etnia latina agli inizi del primo millennio a.C., e in seguito venne occupata dai Volsci, insediatisi nella regione agli inizi del V secolo a.C.. Fin dalle origini fiorente centro commerciale e marinaresco, Antium dominava verosimilmente, già in età pre-romana, gran parte del territorio dell’odierna Nettuno (secondo un orientamento estendeva approssimativamente il suo territorio da Capo d’Anzio, occupato dall’odierna Anzio, all’area del fiume nettunese Loricina); nella parte più alta della riviera nettunese, oggi Villa Borghese, vi sarebbe stata l’acropoli[7]. Adiacente al borgo medievale o in corrispondenza della foce del fiume Loricina[8] doveva sorgere un porto, pertinente ad un oppidum chiamato Caenon, che fin dal periodo latino fungeva da arsenale navale, da foro per il mercato e da deposito per i viveri[9]; fondamentale punto strategico, da esso partivano le scorrerie piratesche per il Mediterraneo.
Fonte: Wikipedia
Torre Astura
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Torre Astura è una torre costiera fortificata e un’isoletta del Lazio, nel territorio della città di Nettuno, città metropolitana di Roma Capitale, a circa dieci km a sud-est dal centro abitato.
Il nome potrebbe derivare dal latino Astur, Astore in italiano, un rapace di media taglia.[2]
L’Astura romana era un approdo alla foce del fiume omonimo posto lungo la via Severiana, sede di ville già dal I secolo a.C. Una tra queste fu di Cicerone, e Astura fu teatro delle ultime fasi della sua inutile fuga da Marco Antonio[3]. Nel sito venne realizzata, tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’età imperiale, una villa strutturata in parte in terraferma e in parte su un’isola artificiale, dotata di una vasta peschiera, i cui resti sono ancora in parte visibili (sulle murature in mare fu poi realizzata la fortezza)[4]. A partire dall’età romana Astura rappresentava infatti il prolungamento e il confine ad oriente della colonia di Antium[5][6][7]; per la sua amenità fu un luogo molto amato dai nobili romani, che la scelsero per costruirvi le loro villae d’otium.
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Santuario di Nostra Signora delle Grazie e di Santa Maria Goretti
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Il santuario di Nostra Signora delle Grazie e di Santa Maria Goretti, a Nettuno, è la chiesa che custodisce il corpo della fanciulla, martire della purezza (1890–1902); sorge alla fine del lungomare Giacomo Matteotti, lungo la costa, in prossimità della foce del fiume Loricina. Nell’agosto 1970 fu elevato da papa Paolo VI alla dignità di basilica minore.[1]
L’edificio risale al XVI secolo ed è stato realizzato nel luogo in cui sorgeva una chiesetta dedicata all’Annunziata (detta anche di san Rocco). Il santuario ospita la cripta di santa Maria Goretti ed espone la statua lignea di Nostra Signora delle Grazie: la tradizione vuole che la statua lignea approdasse sulle coste di Nettuno, nel 1550, su una nave proveniente dall’Inghilterra, dopo lo scisma anglicano. In Inghilterra, in quel periodo, le chiese cattoliche venivano confiscate e le statue dei santi distrutte. Così alcuni marinai imbarcarono le statue della Madonna delle Grazie e di altri santi su una imbarcazione diretta a Napoli; la nave però, a causa di un violento temporale, approdò a Nettuno. Così i simulacri della Vergine, di san Rocco, e di san Sebastiano, vennero riposte nell’allora piccola chiesa dell’Annunziata. Questo approdo fu interpretato come un segno della volontà della Madonna:[2] le tre sculture, pertanto, rimasero lì, dove sono tuttora conservate.
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Forte Sangallo
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Il Forte Sangallo, o Fortezza di Nettuno, è una fortezza posta sul litorale della città di Nettuno, in prossimità del suo borgo storico.
Fu fatto costruire a partire dal 1501 e rapidamente eretto, dal papa Alessandro VI e dal figlio Cesare Borgia, all’interno di un vasto programma di rafforzamento delle fortificazioni dei luoghi, che si intendeva assicurare alla signoria ereditaria della famiglia e, in particolare, del ducato di Sermoneta.[3]
Il progetto, seppure in mancanza di una chiara documentazione, è attribuito ad Antonio da Sangallo il Vecchio[4], in quegli anni architetto di fiducia dei Borgia e specialista nella progettazione di “fortificazioni alla moderna“. Tuttavia, non mancano dubbi e si è pensato a Giuliano da Sangallo, ipotizzando che Antonio abbia operato su progetti messigli a disposizione dal fratello, rielaborandoli.[3] Un altro orientamento invece attribuisce la paternità della costruzione all’architetto militare Baccio Pontelli.
Il forte difendeva Nettuno, all’epoca considerata “granaio del Lazio”, dagli attacchi da mare.
Fonte: Wikipedia