Cori

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STORIA BREVE
Cori è un comune italiano di 10 352 abitanti[2] della provincia di Latina nel Lazio.
Le leggende narrano le origini divine di Cori, il cui antico nome era Còra (Còre in dialetto corese arcaico): secondo una di queste narrazioni Cora sarebbe stata fondata dal troiano Dardano, un’altra mitologia racconta che il paese sarebbe stato costruito da un re di Alba Longa, un’altra ancora ci dice che il fondatore fu Enea. Dopo che il paese fu distrutto, Corace, un reduce della guerra di Troia, sarebbe approdato sui resti dello stesso, lo avrebbe ricostruito, dandogli il suo nome[6]. Il nome potrebbe derivare in realtà dal latino arcaico Corax (Corvo), inteso come animale totemico.
Fonte: Wikipedia
Templi di Ercole e Dioscuri
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Cori, nella provincia di Latina, possiede diverse testimonianze di templi romani. Tra questi il più importante è quello di Ercole, seguito da quelli dei Dioscuri.
Il tempio di Ercole venne eretto durante la dittatura di Silla, tra l’89 a.C. e l’80 a.C. sulla sommità del colle su cui era sorta la città di Cora, a 398 metri di altitudine, per volere di due magistrati locali, il cui nome è inciso sull’architrave della porta. Il tempio deve il suo stato di conservazione alla trasformazione in chiesa: all’interno della cella si insediò infatti la chiesa di San Pietro, distrutta dai bombardamenti alleati nel 1944.
Il tempio domina la città dall’alto, tant’è che è visibile anche da lontano.
Il tempio dei Dioscuri era invece situato nei pressi del foro. Costruito tra il IV secolo a.C. e il II secolo a.C. l’edificio venne restaurato, come testimoniato da un’iscrizione sull’architrave, verso il I secolo a.C. da due magistrati, che utilizzarono parte del tesoro del tempio ricostruendo l’edificio in stile corinzio. Il tempio, oltre a luogo di culto, aveva dunque anche la funzione di tesoriera della città, così come il Partenone e il Capitolium di Ostia.
All’interno della Chiesa di Sant’Oliva, sul lato destro, sono visibili parte delle colonne di quello che era un tempio romano, la cui attribuzione è ancora ignota, anche se tradizionalmente è identificato come tempio di Giano.[1][2]
Inoltre le fonti storiche hanno tramandato l’esistenza di templi dedicati a diverse divinità, tra cui Minerva, Apollo, Esculapio e Cerere. Alcuni resti delle colonne che li componevano sono visibili nei pressi del tempio dei Dioscuri, nell’area del foro, in via delle Colonne.
Fonte: Wikipedia
Chiesa di Santa Oliva
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La chiesa, in forma basilicale con cinque navate (oggi ne rimangono quattro) di stile romanico, fu edificata nella prima metà del XII secolo sui resti di un tempio romano ancora di incerta attribuzione, anche se tradizionalmente dedicato a Giano.[16][17] Tra il 1467 ed il 1480 fu demolita la navata occidentale e venne costruita la cappella del crocefisso o di sant’Agostino. La cappella ha forma rettangolare con volta a botte ed abside. Nella volta un bellissimo ciclo pittorico affrescante la volta che narra storie del Antico e Nuovo Testamento (1533). Nella contro-facciata un affresco del giudizio universale (1540?) in parte coperto dalla cantoria (XVII secolo). Nell’abside affresco degli apostoli ed incoronazione della Vergine tra angeli e santi (1507). Contestualmente alla cappella del crocefisso è stato edificato alle spalle della chiesa il convento agostiniano (1467–1481), con affreschi nella sala capitolare e chiostro con loggiato. Oggi l’ex convento è sede del Museo della città e del territorio.
Fonte: Wikipedia